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EVEREST 2003 (Mt 8844)

Torno dall'Aconcagua carica di ottimismo e credo proprio di aver peccato di superbia!
Tarcisio Bellò cerca due donne alpiniste vicentine per una spedizione sull'Everest, con l'obbiettivo di portare la prima donna italiana su quella vetta.E' il mio anno fortunato, mi trovo nel posto giusto al momento giusto, e così vengo “arruolata” per questa avventura. Si parte ad Aprile verso la montagna più alta del mondo.
Sono preoccupata perché ho la sensazione che la cima sia “troppo” per me, non ho esperienza di 8000, non so precisamente cosa sia una spedizione che dura 2 mesi, in compagnia di persone che conosco relativamente…
Prima di arrivare al campo base del versante nord dell'Everest passiamo qualche giorno a Lhasa, la città dai due volti, uno che mantiene i lineamenti tibetani, l'altro che è invece sfigurato dalla prepotente presenza del governo cinese.

Ci mettiamo poi in marcia e visitiamo poi quella parte del Tibet, arrivando infine al monastero di Rongbuk a circa 5000 metri, che diventerà il nostro campo base. Il campo base avanzato è a 6400 metri di quota, a due giorni di cammino da qui.
Mi consumo andando per 5 volte al Colle Nord, 7000 metri, ed raggiungendo una volta da sola i 7800 metri, usando una tenda gentilmente offertami da una spedizione spagnola.
l nostro gruppo si sfalda, c'è chi sta male e così deve scendere a Rongbuk, è un via vai che porta a un finale a sorpresa… solo uno di noi arriva in vetta, con l'ossigeno, e così torniamo a casa con una vittoria!
Questa spedizione mi ha insegnato che l'Himalaya non perdona, è un ambiente indomito dove ogni piccolo errore diventa enorme, dove la forza va dosata come nettare prezioso, la fretta qui è davvero nemica dell'uomo… 

... e della donna naturalmente!!!

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